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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, I, 96
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originale
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[96] Nihil aliud dicis nisi "Numquam vidi solem aut mundum beatum." Quid, mundum praeter hunc umquamne vidisti? Negabis. Cur igitur non sescenta milia esse mundorum, sed innumerabilia ausus es dicere? "Ratio docuit." Ergo hoc te ratio non docebit, cum praestantissima natura quaeratur eaque beata et aeterna, quae sola divina naturast, ut inmortalitate vincamur ab ea natura, sic animi praestantia vinci, atque ut animi item corporis? Cur igitur, cum ceteris rebus inferiores simus, forma pares sumus; ad similitudinem enim deorum propius accedebat humana virtus quam figura.
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traduzione
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96. Voi in realt? vi siete limitati ad ammettere di non aver mai visto il sole od il mondo in preda alla felicit?. Ma
dimmi ancora, hai mai visto un altro mondo oltre il nostro? No di certo. Ed allora come hai potuto azzardarti a postulare
l'esistenza di un numero illimitato di mondi e non piuttosto solo di seicentomila? Dirai che te lo ha suggerito la ragione.
Ma allora perch? questa stessa ragione non ti suggerir? che, se l'oggetto della nostra ricerca ? un essere al di sopra di
tutti gli altri, eterno e felice ad un tempo come solo pu? esserlo una divinit?, perch?, dicevo, non ti suggerir? che questo
essere oltre a sovrastarci per la sua immortalit? ci ? certamente superiore sia spiritualmente sia fisicamente? Per quale
ragione dovremmo assomigliare fisicamente agli d?i pur essendo loro inferiori in tutto il resto? Di fatto a un paragone
con la divinit? si presterebbero assai meglio le doti morali dell'uomo che quelle materiali.
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